Fin dagli albori della storia umana, il senso e il valore della vita quotidiana è un tema inteso e rappresentato in modi diversi.
Così per esempio Platone rappresenta la vita quotidiana come la sfera della "caverna", nella quale gli uomini sono
essenzialmente dei sonnambuli, ancora ignari del bene e della verità e vivono come prigionieri la vita quotidiana è quindi un
mondo che ha una realtà solo apparente.
Per Aristotele invece la vita quotidiana è la realtà ordinaria in cui l'uomo esercita le sue virtù, per quanto si tratti di virtù
minori e, per così dire, private. In grande sintesi, dalla civiltà greca fino ai nostri giorni, le concezioni della vita quotidiana
hanno oscillato fra una polarità negativa (la vita quotidiana come negazione o privazione di valori) e una polarità positiva (la
vita quotidiana come affermazione e generazione di valori). Questa profonda, e a volte radicale, ambivalenza ha permeato la
storia umana, e non solo dell'Occidente, facendo sì che la vita quotidiana rimanesse un luogo e un tempo sempre incerto, e in
linea di principio poco propizio alla vita spirituale ed affettiva.
Non esistono amori impossibili ma solo impuntamenti del bambino che è in noi per rivivere la propria ferita.
Le cose sono semplici, l'universo è semplice lineare. C'è una legge universale che dice le cose devono avvenire facilmente e
nell'abbondanza, se questo non accade bisogna cambiare strada, vuol dire che si sta forzando la realtà e non è la direzione
verso cui si deve andare. L’importanza di agire è farlo con amore. Tutto ciò che facciamo, dobbiamo sforzarci di farlo con
amore oppure stiamo fermi.
Ciò che facciamo senza amore ci logora, ci mina, quindi non stupiamoci se in seguito non avremo più risorse.
Quando si lavora senza amore, è come se si introducesse in noi del veleno.
Ci diciamo spesso che vi sono lavori che non amiamo ma che comunque abbiamo il dovere di fare. D’accordo, siamo obbligati,
ma troviamo almeno una ragione per farli con amore. Questo dipende soltanto da noi.
Vale la pena, quindi, provare ad avventurarsi su una nuova strada, trovare nuove risposte, nuovi modi di vivere.
Numerosi studi effettuati nel campo della psicologia positiva ci rivelano che avere uno scopo nella propria vita favorisce il
benessere psicofisico e la felicità, in quanto fornisce un senso complessivo alla propria esistenza, che, in alcuni casi, come
quello della religione, trascende la propria esistenza terrena, così come quella del singolo individuo, per trasferirlo all’intera
collettività.
Avere uno scopo nella vita significa avere un orientamento, delle linee guida, dei riferimenti per il proprio cammino
esistenziale che danno un senso alla propria quotidianità, inserendola in un progetto più ampio e complessivo.
Lo scopo della propria vita, però, per essere benefico, deve essere stato scelto secondo le proprie convinzioni ed inclinazioni,
non imposto dall’esterno. Avere una motivazione intrinseca rende più determinati nel raggiungere gli obiettivi che ci si è
proposti, più motivati, permette di essere più attivi, coinvolti e partecipi, perché si sente che si sta facendo qualcosa per
rispondere a se stessi. Questo, inoltre, permette di mettere in atto le proprie potenzialità cosa che fornisce un senso di
soddisfazione e di pienezza già di per se stesso. La felicità e il benessere, quindi, si possono già vivere durante il percorso
verso l’obiettivo che ci si è stabilito ancor prima di raggiungerlo.
In concreto, come fare?
Molto spesso alcune persone tendono a formulare degli obiettivi eccessivamente elevati, al di là delle loro possibilità. Il
mancato raggiungimento di essi provoca ulteriore frustrazione e demotivazione.
È importante, quindi, fissarsi degli obiettivi non solo in cui si sente di poter credere, ma anche e soprattutto che siano:
• raggiungibili;
• realistici;
• concreti;
• ben definiti;
• limitati nel tempo;
• scindibili in sotto-obiettivi, in modo da poter vivere delle gratificazioni intermedie prima di raggiungere il traguardo finale;
• raggiungibili tramite la messa in atto di quelle che Seligman chiama “potenzialità e virtù”, che caratterizzano ognuno di noi
e il cui impiego comporta soddisfazione e benessere.
Queste considerazioni, per me, rappresentano il "faro esistenziale" a cui mi volgo quotidianamente per percorrere la vita in
modo equilibrato e per tentare di realizzare i miei sogni.